I viaggi su Marte, le automobili che si guidano da sole e le monete virtuali, come è arrivata fino a questo punto l’innovazione tecnologica?
Preparati, perché quello che hai di fronte potrebbe essere l’articolo più importante della tua vita. No, non sto affatto esagerando.
Ho deciso di mettere a disposizione dei miei lettori uno strumento per prevedere con precisione scientifica il progresso tecnologico.
Ai non esperti in materia, il progresso tecnologico può sembrare casuale e imprevedibile, eppure ci sono tre fattori che lo hanno da sempre influenzato.
Questi fattori alimentano anno per anno l’innovazione, e senza di questi l’intero mondo digitale si fermerebbe.
Sto parlando dei tre acceleratori dell’innovazione che ben sintetizza Daniel Burrus nel suo famoso libro The Anticipatory Organization di cui molto probabilmente non hai mai sentito parlare.
Iniziamo!

1. Potenza computazionale
Chiamata anche potenza di calcolo o, in gergo, FLOPS (FLoating point Operations Per Second), indica il numero di operazioni eseguite in un secondo dalla CPU.
In parole povere, è la capacità di un computer di eseguire operazioni.
In molti hanno cercato di descrivere l’evoluzione della potenza dei computer nel tempo, ma è proprio lo storico fondatore di Intel, Gordon Moore, a esserci andato più vicino.
Secondo Moore ogni 18 mesi la potenza generata da un microprocessore raddoppia di capacità di calcolo, e dimezza come prezzo.

Oggi, la curva (chiaramente non lineare per decine di anni) ha perso l’andamento esponenziale motivi fisici. Citando da Wikipedia:
I limiti della prima legge di Moore starebbero solo nel raggiungimento dei limiti fisici imposti per la riduzione delle dimensioni dei transistor.
In altre parole: i chip stanno diventando sempre più potenti, ma ci stiamo avvicinato al loro limite fisico. Il prossimo passo potrebbe essere il computer quantistico, oppure l’utilizzo della potenza racchiusa nei cloud per i nostri progetti.
Davvero è così rilevante?
Ti posso assicurare (e ti dimostrerò a breve) quanto questa caratteristica sia l’ago della bilancia tra lo sviluppare un’applicazione completamente inutile e l’essere un impero da 900 milioni di sterline.
Io, ad esempio, che mi occupo di dati e intelligenza artificiale, ti posso mostrare quanto la potenza di calcolo abbia cambiato davvero tutto.
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Quando si parla di intelligenza artificiale, e soprattutto di deep-learning, la potenza di calcolo è tutto.
Per chi non fosse del settore, ricordo che gli algoritmi di oggi non sono poi così tanto diversi da quelli di anni fa. L’unica cosa che è davvero cambiata è la potenza nell’elaborare informazioni.
Mi spiego meglio:
il machine learning non è altro che l’addestramento di un algoritmo basandosi sulle informazioni del passato.
Più una situazione diventa complessa, più le variabili in gioco (i dati, ma non solo) aumentano.
MIT Technology Review spiega molto bene in questo articolo come i breakthrough nel mondo AI siano direttamente correlati all’aumento della potenza di calcolo.

Abbiamo visto una macchina che batte il campione del mondo di scacchi, poi il campione del mondo di GO e poi di poker.
Un domani potremmo vedere una macchina che insegna ai nostri figli. Niente più professori.
Consentire tutto ciò è solo una questione di variabili, dati e abbastanza potenza per elaborarli tutti quanti.
E, tornando alla premessa iniziale, DeepMind, una società inglese di ricerca nel mondo deep reinforcement learning, ha battuto record su record ed è stata acquisita da Google per la bellezza di 900 milioni di sterline.
2. Banda
Probabilmente qualcuno si ricorda, agli albori di internet, di ingegneri poco fiduciosi del potenziale della rete.
Una delle frasi che spopolava: se tutti iniziassero a usare le mail, il protocollo che gestisce lo scambio di informazioni non sarebbe più in grado di gestire tutto il traffico.
Ebbene sì, i pionieri di internet erano preoccupati della scalabilità del volume di informazioni. Ma quando il protocollo è stato migliorato, il problema è caduto.
Poi sono arrivate le immagini e i video, e di nuovo gli stessi dubbi: la rete può essere in grado di gestire questo enorme traffico di dati?
Beh, ditemi voi. Oggi possiamo vedere in streaming video in 4k mentre stiamo in videochiamata con i nostri amici dall’altra parte del globo.
20 anni fa qualcuno si sarebbe mai immaginato qualcosa di simile?
Davvero in pochi.
E se diventasse cento volte più veloce e cento volte più economica di oggi?
Unire i puntini…
Prima parlavamo di potenza computazionale.
Vi avevo parlato delle limitazioni fisiche dei microprocessori, ricordate? Nonostante ciò, la crescita della potenza di calcolo a disposizione delle aziende più grandi non si sta certo affievolendo. Perché?
Perché il problema fisico dei transistors può essere superato per design.
Mi spiego meglio: ad oggi, non abbiamo più bisogno di potenti chip in loco per far funzionare un potente supercomputer.
Grazie alla velocità della banda possiamo semplicente prendere in prestito la potenza computazionale dal cloud e quindi da decine di potentissime macchine a centinaia di km di distanza.
Abbiamo appena attraversato un punto cruciale: possiamo superare un limite fisico grazie alla nostra capacità di mettere in relazione banda e potenza di calcolo.
Ti faccio un altro esempio.
Hai mai provato ad usare lo speech recognition (riconoscimento vocale) su un documento Word? È a dir poco incredibile l’accuratezza raggiunta da questo strumento.
Sono riuscito a registrare un’intera lezione universitaria semplicemente restando di fianco al professore, e lasciando che il motore di Microsoft trascrivesse da solo ogni singola parola.
Come funziona questo strumento? In teoria è semplice: il microfono registra l’audio, e il software elabora la registrazione riconoscendo le parole. Il punto centrale del discorso, però, è che non è il vostro computer a elaborare queste informazioni.
Quello che in realtà succede, è che l’audio registrato dal vostro PC viene inviato al data center di Microsoft; ed è qui che viene elaborato e restituito sotto forma di testo.
E infatti, non potete usare questo strumento senza essere connessi ad Internet.
Altro esempio: ricordi FaceApp? L’applicazione che invecchia le nostre facce in pochi secondi.
Stesso identico discorso.
Tutta questa innovazione tecnologica è semplicemente il frutto di un uso coordinato (e illuminato) degli strumenti di cui abbiamo parlato prima.
Innovazione tecnologica e 5G
Oggi si sente tanto parlare di 5G.
La nuova versione della comunicazione wireless che promette velocità ancora superiori e latenza praticamente nulla.
A pieno titolo, il 5G non è altro che un’evoluzione della banda, ovvero della della capacità di comunicare tra dispositivi in maniere veloce ed efficiente.
In sostanza:
- uRLLC: Ultra Reliable Low Latency Communication
- mMTC: Massive Machine Type Communication (IoT)
- eMBB: Enhanced Mobile Broadband

Le prestazioni sempre più performanti degli standard di comunicazione porteranno alla luce tutte quelle applicazioni che, negli anni, sono state temporaneamente abbandonate per mancanza di prestazione.
Ricordi il deep learning? Stessa identica storia.
A cosa può servire la capacità di comunicare informazioni digitali così velocemente, con latenza praticamente nulla?
Per chiarificare, la latenza è l’intervallo di tempo che intercorre fra il momento in cui viene inviato l’input e il momento in cui arriva l’output
Pensa a tutte le applicazioni davvero delicate dove la tecnologia può fare la differenza:
- Auto a guida autonoma: i tempi di reazione sono fondamentali. Una frenata anticipata di qualche millesimo di secondo potrebbe salvare vite umane. Una minore latenza permette un tempo di reazione quasi istantaneo, ben più efficiente dei riflessi umani.
- Interventi chirurgici: parliamo di piccoli movimenti, piccole correzioni che non possono soffrire di una ritardo tra comando e azione.
- Virtual reality (VR): un’esperienza che simula la realtà in modo così sconvolgente non può certo peccare di velocità di esecuzione anche durante rapidi cambi di visuale e prospettiva.
3. Capacità di Archiviazione
Credo che ormai sia evidente quanto potenziale sia racchiuso nell’evolversi degli acceleratori.
La capacità di archiviazione non è altro che la colonna portante che sorregge gli altri due.
Non possiamo inviare informazioni in modo veloce se non abbiamo un luogo fisico dove contenerle.
Non possiamo addestrare un’architettura di deep learning senza archiviare un dataset da diversi terabyte di dimensione.
Prima abbiamo parlato di 5G. Anche gli standard di comunicazione, con il passare del tempo, necessitano di uno spazio fisico sempre crescente.

L’infografica mostra molto chiaramente che all’aumentare della velocità di banda, la capacità di archiviazione necessaria cresce in modo proporzionale.
Riesci a vedere tutti i puntini che si uniscono?
Innovare significa vedere opportunità che prima non c’erano avvalendosi di tecnologie che costantemente diventano più efficienti.
Innovazione tecnologica significa vedere cosa sia possibile fare combinando una versione più performante dei tre acceleratori.
Società esponenziale: il punto di non ritorno
Nella sua storia, l’uomo non ha mai vissuto un periodo in cui l’innovazione tecnologica e il progresso sono stati così veloci; e mai più vedrà un periodo in cui sono così lenti. Prenditi un attimo per rileggere questa frase e capirla per bene.
Siamo nel bel mezzo di una curva esponenziale.
Da anni, ormai, siamo all’interno di questa affascinante curva matematica che tanto piace agli startupper, e tanto fa paura in questo periodo di emergenza sanitaria dovuto al Covid-19.

Dobbiamo abituarci al domani.
Più andremo avanti, e più la velocità del cambiamento sarà evidente.
Non possiamo più pensare a cosa possiamo fare oggi. Dobbiamo iniziare a pensare a domani, e a dopodomani tenendoci ben saldi ai tre acceleratori per non perdere di vista la realtà.
E se banda, potenza e archiviazione fossero 100 volte più economici?
Come cambierebbe la nostra vista?
Quale sarebbe un nuovo modo incredibile di fare business?
Se avessimo 100 volte la potenza di oggi?
Quale applicazioni dell’AI che oggi snobbiamo ci porterà il prossimo miliardo di dollari?